Il Palio di Legnano
La Sfilata di Legnarello
I Musici, con il suono dei tamburi e gli squilli delle chiarine, annunciano l’ingresso del Gonfalone con le sue due Scorte armate.
Un primo gruppo di contadini, nella loro semplicità di vesti, partecipa con orgoglio alla grande festa del Palio, mostrando con fierezza gli attrezzi utilizzati per il lavoro nei campi e quanto di più prezioso possiedono, ovvero il frutto del duro e difficile lavoro: ceste e canestre colme dei più ricchi e gustosi prodotti della terra.
Segue il Gonfalone della Contrada soppressa dell’Olmina, accompaganto dalla sua scorta armata.
Ed ecco il Katapano e Sua Moglie, figure tipiche dell’amministrazione bizantina del XII secolo; rappresentano il potere e la giurisdizione del Capitano della Contrada Legnarello sul territorio.
La Fantesca accompagna i figli della coppia ed altri bambini che giocano.
Cinque Venditrici annunciano l’ingresso della parte più ricca e sfarzosa della Contrada Legnarello. Piume di pavone, gemme, amuleti, collane, fiori, ampolle, nastri, passamanerie e sonagli mostrano alcuni dei lavori più raffinati del XII secolo.
La coppia di ricchi mercanti Ebrei, che indossa abiti caratterizzati dal tradizionale colore giallo, visibile soprattutto nel tondo cucito sulla guarnacca dell’uomo, rappresenta l’antica corporazione dei tessutai.
Essi sono scortati da tre servi recanti tessuti di lana e sete preziose e da un armato, il cui compito non è di difesa ma bensì di controllo dell’operato dei ricchi mercanti.
Sul tradizionale carretto possiamo ammirare dei bambini intenti nel raffinato e delicato processo della tintura.
I Vessilliferi, che reggono insegne con i colori della Contrada, sulle quali sono visibili la Croce Latina, la Croce Decussata e la Croce Bizantina, annunciano l’ingresso del “corpo nobile”.
Le sei Coppie Nobili sono seguite da tre Damigelle, le quali portano le insegne della Castellana: il libro delle preghiere, il rosario ed il cero che rappresentano l’educazione, gli ori che rappresentano la nobiltà ed i trucchi che rappresentano la purezza.
Lo Staurophoros (Stauròforos), il Krismonophoros (Krismonòforos) ed il Theotokosphoros (Teotokòsforos) – tre alti dignitari bizantini – portano le insegne di protezione divina sull’esercito e sulla Contrada. Tra questi si riconosce l’icona della Theotokos: la Madre di Dio, ricostruzione fedele della celeberrima “Theòtokos” (Teòtokos) di Vladìmir del 1156.
Essi annunciano l’ingresso del Capitano e della Castellana.
Il Capitano, indossa un abito bizantino, di nuova realizzazione.
Per questo abito la Contrada ha commissionato la ricostruzione di un tessuto tratto da un frammento datato tra il 1170-1180, oggi conservato presso il Victoria and Albert Museum di Londra. L’abito, in seta con filati aurei, è costituito da grifoni bizantini inscritti entro grandi girali, contornati da scritte greco-cuffidiche e festoni vegetali.
L’abito è completato da un nuovo mantello, interamente ricamato a mano in filo di seta, filo d’oro e filo d’argento in punto Bayeux, ricostruzione filologica del mantello dell’imperatore Ottone IV (1175-1218). Esso raffigura leoni rampanti, aquile, soli e lune, nonché una teoria di angeli oranti e due mandorle con Cristo e Madonna in trono.
Il Capitano impugna una spada con pomo ed elsa in ebano africano, arricchita da un inserto in avoriolina e da placche di ottone con doratura antica.
La Castellana indossa anch’essa un abito bizantino, per il quale la Contrada ha appositamente commissionato la ricostruzione del tessuto utilizzato per il manto di Roberto d’Anjou del 1170. L’abito è inoltre arricchito, lungo il risvolto delle maniche, da un ricamo con applicazioni di perle di fiume.
Il velo della Castellana è la ricostruzione del “Velo di Sant’Evaldo”, del 1175, conservato presso il Duomo di Colonia. Il velo, della lunghezza di 4 metri riproducente scene cosmologiche e cristologiche, è stato interamente ricamato a mano in filo di seta champagne, rosso e filo d’oro.
I gioielli della Castellana prevedono la Corona, in lastra d’argento dorato con filo ritorto a mano e castoni con agate e corniole ed un bracciale in argento con doratura in oro naturale interamente sbalzato a mano, tratto da una croce pettorale del XIII secolo, con castoni di corniole. La Castellana indossa anello ed orecchini in filigrana d’oro con corniole e vetri smaltati entrambi di nuova realizzazione.
A seguire lo Scudiero che porta l’insegna del Capitano. Il mantello, di nuova realizzazione, è stato ricamato a mano dalle stagiste dell’ISIS Antonio Bernocchi di Legnano – Settore Moda e Abbigliamento.
Chiudono il Corpo Nobile i Portatori della Maglia Ferro, dello Scudo, dell’Elmo e le nove Vittorie al Palio.
La “Forza” è rappresentata da un folto gruppo di Armati tra i quali spicca il drappello degli Armati a Piedi che riproduce movimenti ed assetti di battaglia del XII secolo.
Chiudono la sfilata il gruppo degli otto Armati a Cavallo e due Bandophorei (Bandoforéi), figure che nell’esercito bizantino del XII secolo erano preposte nel portare le bandiere al seguito dell’esercito.